mercoledì 5 febbraio 2020
The Players Association (1977)
Pur essendo stato un gruppo con vita relativamente breve, solo cinque anni di attività prima dello scioglimento del progetto, questa “Associazione di Musicisti” ci ha lasciato in eredità cinque album che meritano di essere quanto meno riscoperti. Dico riscoperti in quanto, fatta eccezione per qualche singolo che entrò nei Top 50 delle classifiche disco del Regno Unito, i loro lavori sono rimasti nella memoria di quei pochi estimatori che hanno avuto.
Torniamo indietro nel tempo, nel giugno del 1976 a New York City quando il cantante polistrumentista Chris Hills incontra il produttore Danny Weiss (che si farà apprezzare negli anni seguenti per alcuni lavori con Divine e per aver collaborato con numerosi artisti jazz fusion quali Nelson Rangell, Chieli Minucci, Dave Weckl e Grover Washington Jr) ed insieme decidono di dar vita ad un gruppo da studio. Coinvolgono per l’”opera prima” del progetto il sassofonista Joe Farrell ed il trombettista Jon Faddis. Siglano un contratto con la Vanguard che prevede la pubblicazione di due album e l’opzione per un terzo.
Quello che vede la luce sul finire dell’anno è l’album che porta il nome dell’esperimento : “The Players Association”. Supportato da egregi sessionisti quali Bob Mover al sax, Buddy Williams e Ray Martella alle percussioni e da Rasan Mfalme al basso, l’album è un lavoro che miscela sapientemente le sonorità jazz con il ritmo della disco. “I Like It” è il brano di apertura dell’Lp; piacevole fin dalle prime note si fa apprezzare per una delle caratteristiche che costituisce il marchio di fabbrica delle produzioni di Danny Weiss e precisamente l’enfasi narrativa concessa ai fiati. Ogni cambio di ritmo, di progressione è sottolineata da trombe e sax, gli altri strumenti e le parti vocali sembrano fare da cornice agli assoli dei “Double F” (Farrell e Faddis).
Una serie di virtuosismi “jazz” da brividi !!! Altro brano degno di essere ascoltato è quello che chiude la Side B, “Hustlin’”, decisamente più “groove” del primo, specialmente nella “Horn Session”. Nel mezzo ci troviamo di tutto: dai brani di atmosfera “Moon In Pisces” e “For The Love Of You”, la superba “Let’s Groove” ed il rifacimento di”Love Hangover” che non fa rimpiangere la versione portata alle cronache da Diana Ross.
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