venerdì 31 gennaio 2020

Gary’s Gang – Keep On Dancing (1978)



Uno dei pochi casi in cui un brano costringe i suoi autori a costruirci attorno un gruppo. La Gary’s Gang nasce infatti dopo che i due fondatori proposero alla Sam Records una produzione scritta, prodotta e suonata da loro: sto parlando di Joseph Tucci (tutti gli strumenti e cantato) e Gary Turnier (batteria e percussioni) che proprio nel garage di Turnier a Richmond Hill, Queens New York crearono quel piccolo gioiellino dal titolo “Keep On Dancin’”. Il brano fu subito accettato dall’etichetta sussidiaria (con forte inclinazione per la musica disco) della Columbia Records che sul finire de 1978 la produsse come singolo a 12 pollici. Il buon successo di vendite ed il riscontro sul dancefloor nonche’ la incessante richiesta di dare un volto a questa band indussero i due musicisti a “rimpolpare i ranghi” con l’ingresso nel gruppo di Al Lauricella, Rino Minetti, Bill Catalano, Bob Forman e Jay Leon. L’album, che pere il titolo dal loro singolo, vide la luce ad inizio 1979 e scalo’ gradulmente le classifiche fino a raggiungere il #1 a giugno di quell’anno e venduto svariati milioni di copie.

giovedì 30 gennaio 2020

Ohio Players - Skin Tigh (1974)



Dayton, Ohio, non sarebbe passata alla storia della musica se, negli anni Cinquanta, non avesse accolto una scena vivace di musicisti da cui provenivano molti gruppi sconosciuti e una sola formazione di rilievo: gli Ohio Players. Sarebbero diventati famosi a metà degli anni Settanta grazie al loro funk orecchiabile, ballabile e suonato con impeccabile maestria, ma pochi sanno che la storia delle loro origini è travagliata da continui scioglimenti e insuccessi. Nata nel 1959 come Ohio Untouchables, la formazione era guidata allora dal cantante e chitarrista Robert Ward. Quando, dopo un solo singolo, Ward se n’era andato per conseguire la carriera solista, la band s’era in pratica sciolta. Era stata ricostituita dal trombettista Pee Wee Middlebrooks e dal bassista Marshall “Rock” Jones e, nel 1967, aveva assunto il nuovo nome Ohio Players. Le parti vocali sarebbero poi state assunte da Leroy “Sugarfoot” Bonner. Il primo singolo del gruppo fu “Trespassin’”, del 1968, ma né quello, né il successivo “It’s A Cryin’ Shame” impressionarono il pubblico. Dopo un solo album per la Capitol, “Observations In Time”, il gruppo si sciolse nuovamente, ma solo per rinascere con nuovi membri e un nuovo sound, questa volta fortemente influenzato dal funk di Sly Stone. La storia riparte da qui. Dal ’71 al ‘74 il gruppo incide alcuni singoli azzeccati tra cui “Pain” e “Funky Worm”, ma è solo col passaggio alla più potente casa discografica Mercury, e con nuovi cambiamenti nella formazione, che gli Ohio Players fanno boom. Accompagnati da copertine molto sensuali, che diventano una sorta di marchio di fabbrica della band, e lanciati da singoli come “Jive Turkey”, “Fire”, “I Want To Be Free” e “Love Rollercoaster” (un capolavoro, quest’ultimo, accompagnato da una copertina supersexy e contestata),

mercoledì 29 gennaio 2020

A Taste Of Honey (1978)



Il gruppo, nato a Los Angeles in California, era originariamente composto da Janice Marie Johnson (voce, basso), Hazel Payne (voce, chitarra), Perry Kibble (tastiera) e Donald Johnson (batteria).
Il loro primo singolo, "Boogie Oogie Oogie", tratto dal loro album di debutto A Taste of Honey, diventò popolare e passò tre settimane al #1 nella Dance Chart di Billboard restando in classifica per 20 settimane. Il gruppo fu premiato con il disco di platino per il singolo e per l'album e successivamente vinsero il premio grammy come migliore artista/gruppo esordiente.

martedì 28 gennaio 2020

Michael Zager Band – Let’s All Chant (1977)



Durante la stagione 1977-1978 un coro rimbalzava ossessivo in tutte le cantine, le mansarde, i garage e le stanze adibite a piste da ballo per party casalinghi: uooh-uooh.
Questo “grido di battaglia”, che in un certo senso esprimeva lo stato di esaltazione ed il massimo coinvolgimento dei ballerini in pista era il tormentone presente in quello che è stato uno dei 12 pollici della mia collezione più logorato per usura che ricordi: “Let’s All Chant” di Michael Zager Band, un nome che all’epoca mi diceva poco o niente così come l’etichetta con il quale questo singolo veniva distribuito, la Private Stock.
Fin dalle prime note capii le potenzialità e l’impatto che avrebbe avuto sugli habituè dei nostri “raduni privati”. Un brano leggero come un bicchiere d’acqua naturale, con un testo al limite del grottesco (sempre che si possa definire testo un semplice ritornello) che però era in grado di farti schizzare da sedie, poltrone o divano che dir si voglia, per proiettarti direttamente sul “dance-floor” in un’estenuante danza sfrenata.

lunedì 27 gennaio 2020

Meco – Star Wars And Other Galactic Funk (1977)



Uno degli eventi che caratterizzarono il 1977 fu la proiezione nelle sale cinematografiche del film “Guerre Stellari”. Nell’arco di un fine settimana il regista George Lucas lancio’ il film che avrebbe polverizzato il record di incassi ai botteghini, creo’ un’industria di effetti speciali che prima non esisteva contribuendo in maniera decisa a restituire “smalto e vigore” al genere cinematografico d’azione. La “leggenda” narra che il trombonista e produttore di origine sudafricana, Meco Monardo appassionato di fantascienza ando’ a vedere il film il primo giorno di proiezione e svariate volte nell’arco della settimana successiva, la colonna sonora di John Williams lo aveva stregato. Fu allora che ebbe ispirazione per tradurre i temi che costituivano gli eventi principali secondo i canoni della musica che in quel periodo stava riscuotendo il maggior successo: la disco music. La prima persona a cui presento’ l’idea fu Neil Bogart della Casablanca Records il quale dopo aver visto i risultati del successo nelle sale approvo’ il progetto mettendo a disposizione i migliori sessionisti della casa discografica e pubblico’ il lavoro su etichetta Millenium. Lo stesso autore John Williams fu entusiasta della rielaborazione che Monardo e Tony Bongiovi (produttore) avevano creato.
A Meco va riconosciuto il metito di aver traghettato e reso fruibile la colonna sonara di “Star Wars” verso un pubblico che difficilmente l’avrebbe ascoltata nella forma sinfonica originale.

domenica 26 gennaio 2020

Studio 54 Tribute Vol.17


Eccoci arrivati alla 17 (o 16+1 se preferite !!!
Playlist:
1-Roberta Flack-Back Together Again
2-Ray Parker Jr. & Raydio-It's Time To Party Now
3-Curtis Mayfield-Love Me Love Me Now
4-Beckett Brown-One Way Street
5-L.T.D.-Back In Love Again
6-Johnny Bristol-Love No Longer Has A Hold On Me
7-Boz Scaggs-Lowdown
8-Arthur Prysock-When Love Is New
9-Delegation-Put A Little Love On Me
10-Chic-I Want Your Love
11-Fantastic Four-I Got To Have Your Love
12-Rod Stewart-Da Ya Think I'm Sexy
13-Dr. Buzzard's-Cherchez La Femme
14-Jackson 5-Blame It On The Boogie
15-Cheryl Lynn-Got To Be Real
16-Voyage-I Love You Dancer
17-Shalamar-Make That Move
18-D.D. Sound-Burning Love
19-Candi Staton-Run To Me
20-Van McCoy-Love Is The Answer
21-Archie Bell & The Drells-Let's Groove
22-Gary Criss-Rio De Janeiro
23-Instant Funk-I Got My Mind Made Up
24-Michael Zager Band-Love Express
25-Denise Lasalle-Freedom To Express Yourself
26-Giorgio Moroder-First Hand Experience In Second Hand Love
27-Michael Jackson-Don't Stop Till You Get Enough
28-Kool & The Gang-Open Sesame
29-Dan Hartman & Loleatta Holloway-Relight My Fire
30-Carol Jiani-Hit & Run Lover
31-Duncan Sisters-Boys Will Be Boys
32-Instant Funk-Bodyshine
33-Bunny Sigler-By The Way You Dance
34-Gibson Brothers-Cuba
35-Jackie Moore-This Time Baby
36-Cerrone-Love In C Minor
37-War-Good Good Feelin
38-The Ritchie Family-Put Your Feet To The Beat
39-Bombers-(Everybody) Get Dancin'
40-Goody Goody-#1 DJ
41-Village People-San Francisco
42-Ceronne-Give Me Love
43-Love & Kisses-Thank God It's Friday
44-Bonnie Pointer-I Can't Help Myself
45-George McCrae-Don't You Feel My Love
46-Carrie Lucas-Dance With You
47-The Destinations-I’ve Got To Dance
48-The Rubettes-Sugar Baby Love
49-Barry White-You're The First, The Last, My Everything
50-Dan Hartman-Instant Replay
51-Moment Of Truth-You Got Me Hummin'
52-Roberta Kelly-Zodiacs
53-Salvatore Adamo-Je Danse
54-Love & Kisses-How Much, How Much I Love You
55-Patrick Norman & The Blacklight Orchestra-Let's Try Once Again
56-Donna Summer-Could It Be Magic
57-Sparks-Tryouts For The Human Race

venerdì 24 gennaio 2020

Real Thing – Can You Feel The Force ?(1978)



È stato il gruppo black inglese di maggior successo dei tardi anni Settanta. Nati a Liverpool nel 1970, in un’Inghilterra in preda al fascino del soul americano, i Real Thing iniziano come cover band del repertorio dei grandi gruppi e solisti afroamericani. Ma è col repertorio autografo che raggiungeranno la vetta della classifica inglese. Intanto i quattro cantanti Chris Amoo (i cui genitori sono originari del Ghana), Dave Smith, Ray Lake e Kenny Davis incidono brani di Temptations e Tavares. I primi singoli non vanno da nessuna parte e, non vedendo uno sbocco per la formazione, Davis abbandona il gruppo, che diventa così un trio. Torneranno ad essere un quartetto con l’arrivo del fratello di Chris, Eddie Amoo.
Nel 1978 esce l’album (il terzo del gruppo) che li portera’ in classifica in mezzo mondo.

giovedì 23 gennaio 2020

War – Galaxy (1977)



Una formazione multirazziale. Una miscela portentosa di funk, soul e jazz latino. Testi politicamente impegnati. Sono gli ingredienti del successo dei War, gruppo statunitense che ha fatto la storia del funk anni Settanta. Nati sulle ceneri dei Creators e dei Nightshift, gruppi attivi nella California degli anni Sessanta, furono notati dal produttore di grido Jerry Goldstein. Fu Eric Burdon degli Animals a ribattezzare la band War. Le prime session della formazione avvennero proprio col patrocinio del vocalist inglese.
“Galaxy” del 1977, un brano in stile disco, è uno degli ultimi successi del gruppo. Dopo la colonna sonora di “Youngblood”, la formazione comincia a disgregarsi. Il gruppo ha comunque continuato a fare musica per quasi tutti gli anni Novanta, riuscendo a godere di un certo revival all’interno della scena rap. È bene sottolineare che i War erano un vero gruppo. Tant’è che le loro canzoni nascevano spesso da jam session in studio basate sull’affiatamento tra i musicisti, session che venivano poi sapientemente assemblate.

mercoledì 22 gennaio 2020

Ciao Leo !!!


Chi abita in un piccolo appartamento sa cosa vuol dire avere esigenze di spazio. Così ieri pomeriggio ho deciso di mettere mano ad un armadio per far posto ad una nuova serie di DVD appena acquistati. Nel creare spazio, eliminando cianfrusaglie degne delle tasche di Eta Beta la mia attenzione cade su una audiocassetta. Nessuna iscrizione, nessuna lista di titoli, solo una data: 23 Marzo 1979. Anche la cassetta non è una normale cassetta: è una mitica Memorex C120 al Cromo, quelle che si aprivano come i Ciack dei registi. Anche la data non è una data a caso il 23 Marzo infatti è il giorno del compleanno di una mia “vecchia fiamma”, ma riguardo al contenuto: mistero !
Preso dalla curiosità, demagnetizzo la piastra del mio impianto stereo (nell’era digitale chi ascolta più le cassette se non in auto?). Introduco il nastro, play.
Due secondi e … “Radio Milano International … Hit Parade ! (è un jingle) – Vista la condizione in cui si trovava 7 giorni fa, abbiamo somministrato mega-dosi di aspirina alla nostra astronave durante quest’ultima settimana ed oggi i nostri turbogetti ci permetteranno ancora una volta di viaggiare velocissimi … (parlato con effetti di equalizzazione ed eco)“ è lui il mitico Leonardo Re Cecconi, per i più Leopardo, uno dei miti della mia gioventù.
Subito dopo mi ha preso un nodo alla gola perché Leo è prematuramente scomparso (era nato nel 1953) nel gennaio 2004 a causa di un male incurabile, in silenzio ed in punta di piedi, per non disturbare nessuno … ma lasciandomi dentro un vuoto dentro incolmabile !!!
Mi ricordo i salti mortali che facevo per ricevere il segnale di Radio Milano International, partenza da casa mia e dritto a San Vigilio (un colle sopra Bergamo Alta) munito di radioregistratore Aiwa per ascoltare e registrare il tuo Soul Train Disco Dance o la Hit Parade che come facevi tu nessuno poteva pensare di farla. La tua voce inconfondibile resterà sempre impressa nelle mia testa e per fortuna ti ascolterò sempre (grazie al ritrovamento di questo cimelio). Sei stato la mia fonte di ispirazione, l’esempio irraggiungibile da emulare e … mi hai dato tanto, anche il nome d’arte.
Quando in occasione della Fiera Campionaria di Milano, nel 1978, con il mio amico Andrea venimmo a visitare Radio Milano International fosti tu ad accoglierci, umilmente come un amico, anzi quasi come un fratello maggiore e quando ti dissi che anch’io cercavo di fare il dj, porgendoti il walkman con la registrazione di un mio programma, dopo aver ascoltato uno stralcio di quel nastro mi dicesti che il mondo non era ancora pronto per un’altra astronave ma che nell’oceano dell’etere ci sarebbe stato sempre un veliero pronto ad accogliere un capitano volenteroso. Da quel giorno io smisi di essere Vittorio DJ e diventai, radiofonicamente parlando, Sir Drake.
Oggi a distanza di tanti anni il mio Veliero Fantasma è ancorato in porto, ma il ricordo di quei momenti è più vivo che mai.
Non posso pensare alla scomparsa di Leopardo, senza provare un senso di perdita grave: un pezzo della mia storia personale se ne va dal presente, per soggiornare solo nei ricordi. Oggi di te rimane solo quello … il ricordo e grazie ad Internet questo ricordo perpetuerà in eterno, perché i Miti non muoiono mai.Quando un grande se ne va bisogna urlarlo, che era grande, non può scivolare via nell'oblìo... Grazie Leo per quanto ci hai dato!

Barry Manilow – II (1974)



Compositore di colonne sonore, già membro del duo Jeanne & Barry, curatore delle musiche per alcuni show della CBS, Barry Manilow (vero nome Barry Alan Pinkus) produce l’album di Bette Midler “The Divine Miss M”. Nel frattempo progetta di pubblicare il suo primo omonimo album solista. Che esce effettivamente a fine anno, senza peraltro creare grande scalpore. Dividendosi tra l’attività di direttore musicale dell’orchestra della Midler e compositore per proprio conto, Manilow trova il tempo per esibirsi come solista in un tour americano. Il successo arriva tutto d’un colpo con la ballata “Mandy”, che arriva al numero 1 della classifica americana imponendo al pubblico lo stile romantico di Manilow. L’album “Barry Manilow II” ottiene di conseguenza un ottimo riscontro, anche in Inghilterra.

martedì 21 gennaio 2020

Bob McGilpin – Superstar (1978)



Credo fosse primavera inoltrata (aprile forse maggio) quando, accompagnando un amico titolare di un negozio di dischi della mia citta’, a Milano presso il grossista dal quale si riforniva, quando nel rovistare nello scaffale dei nuovi arrivi mi trovai tra le mani un singolo a dodici pollici copertina tutta bianca da un lato, verde pastello con foro centrale dall’altra, etichetta Butterfly Records, titolo Bob McGilpin “Superstar”. Con mia meraviglia il vinile era di colore verde. Gia’ dal primo ascolto capii che questo sarebbe diventato un successo, l’introduzione ritmica in crescendo e quegli archi mi entrarono subito nella testa. Non sbagliai, il brano divento’ un successo diffuso dalle radio e ballato in discoteca. In termini di classifica in brano arrivo’ al # 6 delle Dance Chart di Billboard e regalo’ al suo autore cantante un posto nell’Olimpo della Disco.

lunedì 20 gennaio 2020

MFSB – Love Is The Message (1973)



Il soul di Philadelphia ha creato tanti protagonisti, ma un solo gruppo può vantarsi d’essere la spina dorsale dei successi di Gamble & Huff e quel gruppo si chiama MFSB, sigla che sta per Mother Father Sister Brother. La band nasce nel 1971 col preciso scopo di accompagnare i musicisti che incidono nei Sigma Sound Studios di Kenny Gamble e Leon Huff. La formazione gira attorno ai chitarristi Norman Harris e Bobby Eli, al bassista Ronnie Baker. Con la crescita esponenziale del successo del Philly Soul, l’etichetta di Gamble & Huff, la Philadelphia International, espande la propria attività, offrendo ai MFSB l’opportunità di accompagnare artisti del calibro degli O’Jays, Harold Melvin & The Blue Notes, Stylistics, Spinners. Il salto di qualità avviene nel 1973 quando l’ensemble si mette in proprio e debutta con l’omonimo album per la TSOP (The Sound Of Philadelphia). Il vero colpo, però, il gruppo lo mette a segno quando compone la sigla dello show televisivo “Soul Train”. Battezzato “TSOP”, il brano strumentale diverrà un tormentone, arriverà primo nelle classifiche pop e rhythm & blues, si aggiudicherà un Grammy e trasformerà i MFSB in autentiche star della musica nera, oltre a diventare pietra di paragone per ogni altro strumentale black negli anni a venire.

domenica 19 gennaio 2020

Champagne (1977)



Che gli ABBA abbiano fatto storia e tendenza nel panorama pop europeo e mondiale resta un dato inconfutabile, lo testimonia il fatto che negli anni hanno venduto piu’ dischi dei Beatles. Quello che forse non tutti sanno e’ che il gruppo svedese venne imitato e riprodotto in diversi paesi europei.
Uno di questi e’ l’Olanda che sul finire degli anni 70 vide esordire gli Champagne, quartetto formato da Bert Van Der Wiel, Jan Vredenburg, Paulette Bronkhorst e Trudy Huysdens.
L’album d’esordio vide la luce nel 1977, pubblicato su etichetta Ariola, Lp che ho rincorso per anni o per meglio dire decenni visto che lo scorso anno finalmente sono riuscito a concludere la ricerca.
Due brani su tutti: “Rock And Roll Star” e “Oh Me Oh My Goodbye” piacevoli e “simil-abba” come pochi.

sabato 18 gennaio 2020

Studio 54 Tribute Vol.16



Sembra ieri quando ho iniziato e siamo gia' arrivati a 16 ... e allora vai con altre tre ore non-stop mix !!!
playlist
1-Kool & The Gang-Ladies Night
2-Arthur Prysock-When Love Is New
3-Shalamar-The Second Time Around
4-The Whispers-And The Beat Goes On
5-Phyllis Hyman-You Know How To Love Me
6-Alton McClain & Destiny-It Must Be Love
7-Tavares-Heaven Must Be Missing An Angel
8-The Whispers-It's A Love Thang
9-First Choice-Dr. Love
10-Janice McClain-Smack Dab In The Middle
11-Invisible Man's Band-All Night Thing
12-Alicia Bridges-I Love The Nightlife
13-Claudja Barry-Sweet Dynamite
14-Donna Summer-Spring Affair
15-Lucio Battisti-Il Veliero
16-Glitter Band-Makes You Blind
17-Duncan Sisters-Boys Will Be Boys
18-CJ. & Co-We Got Our Own Thing
19-The Brothers Johnson-Stomp
20-Poussez-Come On And Do It
21-Lou Rawls-See You When I Get There
22-Sandy Mercer-You Are My Love
23-Ashford & Simpson-Found A Cure
24-Suzi Lane-Harmony
25-Patrick Norman & The Blacklight Orchestra-Let's Try Once Again
26-Bunny Sigler-By The Way You Dance
27-Fatback Band-(Do The) Boogie Woogie
28-Norma Jean-Saturday
29-Amant-If There's Love
30-Arpeggio-Love & Desire
31-Janis Ian-Fly Too High
32-Goody Goody-#1 DJ
33-Chic-Everybody Dance
34-Voyage-Lady America
35-Amii Stewart-Jealousy
36-Martin Circus-Shine Baby Shine
37-Contact-Edwin Starr
38-Freddie James-Everybody Get Up & Boogie
39-Evelyn Champagne King-Shame
40-Donna Summer-Runour Has It
41-Gary's Gang-Party Tonight
42-Patrick Adams-I'm A Big Phreek
43-Musique-In The Bush
44-Esther Phillips-What A Difference A Day Makes
45-Stratavarious-I Got Your Love
46-Destinations-Move On Up
47-Peter Jacques Band-Walking On Music
48-Amii Stewart-Knock On Wood
49-Lime-Your Love
50-Ann Joy-Love Now Hurt Later
51-Witch Queen-Bang A Gong
52-Rosebud-Have A Cigar
53-Edwin Starr-H.A.P.P.Y. Radio
54-Gonzalez-Haven't Stop Dancing Yet

venerdì 17 gennaio 2020

Giorgio Moroder – From Here To Eternity (1977)



Album epocale che ebbe un’enorme impatto sul movimento techno-funk, questo del compositore altoatesino di Ortisei. Il medley che con i suoi 15 minuti e 47 secondi occupava l’intera side A e’ il punto di origine di quel sound che avveniristico che divenne fonte di ispirazione per un’intera generazione di nuovi compositori. Ora sono convinto che qualcuno mi chiedera’ “Si pero’ hai sbagliato a caricare la copertina ...”, ebbene quella che vi mostro e’ la prima versione pubblicata dell’LP, uscita in qualche migliaio di copie nella versione italiana su etichetta Durium (marche estere) e subito ritirata, sostituita dalla classica sua foto con i baffoni. Se per qualsiasi ragione avete l’album con la copertina bianca, ancora in buonissimo stato di conservazione, andate a depositarla in banca: i collezionisti sarebbero disposti ad uccidere pur di averla.

giovedì 16 gennaio 2020

Saint Tropez – Belle De Jour (1978)



Come per diversi gruppi che calcarono il palcoscenico della disco music di meta’- fine anni 70’, anche questo nasce per l’idea di un produttore, in questo caso di due Laurin Rinder e William Michael Lewis che dopo aver portato al successo Tuxedo Junction, El Coco e La Pamplemousse si orientarono verso un gruppo vocale tutto al femminile formato da Carmen Twillie, Lisa Roberts, Marilyn Jackson, Myrna Matthews, Pam Feener e Vanette Gloud. Ne scaturirono quattro album pubblicati tra il 1978 e il 1982 su etichetta Butterfly lavori discografici di grande successo con grandi orchestrazioni sinfoniche e uno stretto sostegno disco,con tutti gli strumenti suonati quasi esclusivamente dai due produttori.

mercoledì 15 gennaio 2020

Grace Jones – Portfolio (1977)



Dotata d’un “cuore antiproiettile”, affamata di “celebrità”, “schiava del ritmo”, “musa”: basterebbero i titoli di alcuni suoi album per definire il personaggio di Grace Jones. Pantera nera emersa con prepotenza nella scena disco di fine anni Settanta, s’è tramutata con talento e astuzia in artista a tutto tondo, provocatrice consumata, amante dei travestimenti e dell’eccesso. Viene dalla Giamaica, dov’è nata nel 1952, ma è cittadina nel mondo, ché ha cavalcato mode e modi londinesi e newyorchesi con destrezza fino a metà anni Ottanta, quando altre muse e altre pantere, nere e non, affamate di celebrità cercano di rubarle la scena e lei si pone un nuovo obiettivo: il cinema.
Emigrata negli Stati Uniti, studia teatro, frequenta i club di Philadelphia e le sfilate di New York. Nel 1977 strappa un contratto discografico alla Island e nel giro di pochi anni ammalia i fan della disco con alcuni singoli stilosissimi (“Love Is A Drug”, Door Die”, “I Need A Man”) e una presenza fisica quasi aliena, muscoli scultorei e capelli corti e squadrati.

martedì 14 gennaio 2020

Donna Summer – Lady Of The Night (1974)



Donna Summer (Ladonna Adrian Gaines) inizia la sua carriera di cantante ottenendo una parte nel musical di Broadway “Hair”. Subito dopo le viene offerto il ruolo da protagonista nello stesso musical, ma in Germania. Trasferitasi in Europa continua a lavorare nei musical, e in Austria incontra il futuro marito Helmut Sommer. Manterrà il suo cognome anche dopo il divorzio, nella versione anglicizzata “Summer”. Nel 1973 In Germania Donna Summer incontra i produttori Giorgio Moroder e Pete Bellotte, che le offrono di incidere per la loro etichetta Oasis. I primi singoli “The Hostage”, “Virgin Mary” e “Lady Of The Night” diventano tutti hit europei, ma non vengono pubblicati ne in Inghilterra, né negli Stati Uniti.

lunedì 13 gennaio 2020

Melba Moore – Melba (1978)



S’è fatta un nome prendendo parte alla rappresentazione del musical “Hair” a Broadway. E ha saputo investire la popolarità guadagnata con quell’esperienza in una carriera solista piuttosto lunga, sebbene di secondo piano. È Melba Moore, nome d’arte di Melba Hill (New York, 1945). Era in qualche modo scritto che diventasse cantante proprio come la madre, Bonnie Davis, che la introdusse fin da piccola al mondo dell’intrattenimento iscrivendola a soli 4 anni a un corso di danza e approvando la scelta della piccola di dedicarsi al pianoforte. Dopo alcune esperienze minori, Melba entra a far parte del cast del musical “Hair”, in scena a New York tra scandalo e clamore: è la prima ragazza di colore a calcare i palchi di Broadway come protagonista. Segue la partecipazione ad un altro musical di successo di quegli anni, “Purlie”.
In ambito disco il successo arriva nel 1978 con l’album “Melba” che si piazza al #5 delle classifiche Dance.

domenica 12 gennaio 2020

Taka Boom (1979)



Dietro a questo fantasioso nome si celano la cantante Yvonne Stevens (sorella minore di Chaka Khan) ed il bassista Mark Stevens membro degli Aurra e background vocal per diversi lavori dei Parliament, con la produzione di Tim O’Brien per l’etichetta Ariola nel 1979 danno vita a questo album che ottiene un discreto successo di vendite e raggiunge le vette della classifica R&B.

sabato 11 gennaio 2020

Studio 54 Tribute Vol.15



15 !!! 15 !!! 15 !!!
Playlist
1-Rod Stewart-Da Ya Think I'm Sexy
2-Bionic Boogie-Chains
3-Gloria Gaynor-I Will Survive
4-T Connection-At Midnight
5-Al Hudson & The Partners-You Can Do It
6-Troiano-We All Need Love
7-Delegation-Put A Little Love On Me
8-Boz Scaggs-Lowdown
9-McFadden & Whitehead-Ain't No Stoppin Us Now
10-Phyllis Hyman-You Know How To Love Me
11-Cheryl Lynn-Got To Be Real
12-Van McCoy-The Hustle
13-Sister Sledge-We Are Family
14-Change-A Lover's Holiday
15-SOS Band-Take Your Time
16-Barry White-You're Sweetness
17-Tavares-Heaven Must Be Missing An Angel
18-Kelly Marie-Run To Me
19-First Choice-Dr. Love
20-Gloria Gaynor-Anybody Wanna Party
21-Stephanie Mills-Put Your Body In It
22-Bay City Rollers-Don't Stop The Music
23-Candi Staton-When You Wake Up Tomorrow
24-Archie Bell & The Drells-Let's Groove
25-Barrabas-Hi Jack
26-Carol Douglas-Burnin'
27-Alma Faye Brooks-Stop I Don't Need No Sympathy
28-Barry Manilow-Copacabana
29-Jesse Green-Flip
30-Meco-Other Galactic Funk
31-MFSB-TSOP
32-Gary Criss-Rio De Janeiro
33-Candi Staton-Victim
34-George McCrae-Kiss Me
35-Dan Hartman & Loretta Holloway-Relight My Fire
36-L.A.X.-All My Love
37-Latoya Jackson-If You Feel The Funk
38-Gayle Adams-Your Love Is A Life Saver
39-Gibson Brothers-What A Life
40-KC & The Sunshine Band-Give It Up
41-Carol Jiani-Ask Me
42-Yvonne Ellimans-Love Pains
43-Boys Town Gang-Cruisin' The Streets
44-Bohannon-Let's Start The Dance Again
45-Rose Royce-R.R. Express
46-Stacy Lattisaw-Jump To The Beat
47-Kool & The Gang-Celebrate
48-Donna Summer-Bad Girl
49-Frankie Smith-Double Dutch Bus
50-Bobby Thurston-You Got What It Takes
51-Dynasty-I've Just Begun To Love You
52-The Spinners-Working My Way Back To You
53-The Brothers Johnson-Stomp
54-Rocky Mizell-Let's Go Dancing
55-Jackson 5-Lovely One
56-Jermaine Jackson-Burnin' Hot
57-Billy Ocean-Stay The Night
58-Crown Heights Affair-You Gave Me Love
59-Dynasty-Do Me Right
60-Voyage-I Love You Dancer

venerdì 10 gennaio 2020

Quincy Jones – The Dude (1981)



Noto come produttore prima ancora che come musicista, Quincy Jones è il genio compreso della black music. È l’uomo che ha prodotto “Thriller” di Michael Jackson. È l’arrangiatore di decine e decine di importantissimi dischi di jazz, soul, rhythm & blues, pop, rap. È il fondatore della rivista di cultura “nera” Vibe. È il proprietario dell’etichetta discografica Qwest. Da cinquant’anni è un punto di riferimento per chiunque voglia addentrarsi nei meandri della musica nera. Ma più d’ogni altra cosa, Quincy Jones è il maestro indiscusso della contaminazione tra generi, una pratica che ha portato ai massimi livelli di raffinatezza e spregiudicatezza. Non c’è dubbio: è uno dei pochi musicisti viventi ad essersi già guadagnato un posto nella storia.

giovedì 9 gennaio 2020

Rose Royce – Car Wash (1976)



A volte è il caso a governare gli eventi. Succede che l’autore e produttore Norman Whitfield debba scrivere la colonna sonora per un nuovo film con l’attore comico Richard Pryor intitolato “Car Wash”. Norman sta giocando a basket quando viene colto dall’ispirazione: prende un sacchetto del fast food Kentucky Fried Chicken e scrive il testo di una canzone intitolata, appunto, “Car Wash”. Quello stesso brano diverrà il grimaldello col quale nel 1976 un nuovo gruppo chiamato Rose Royce scardinerà le classifiche pop (numero uno) e rhythm & blues (numero due), arrivando a vendere più di due milioni di copie.

mercoledì 8 gennaio 2020

France Joli (1979)



Il produttore canadese Tony Green, che aveva avuto un ruolo fondamentale per le carriere di Carolyne Bernier e Freddie James, scopre e porta al successo una allora sedicenne cantante sconosciuta tale France Joli: sicuramente il piu’ gustoso contributo canadese alla cultura disco. Il sodalizio tra i due dura per oltre ventanni collezionando numerosi successi.

martedì 7 gennaio 2020

Van McCoy – Disco Baby (1975)



Van (Allen) McCoy fu il Chubby Checker della disco. Checker aveva fatto uscire il twist dagli angusti confini dei Peppermint Lounge di New York, rendendolo popolare con una canzone degli anni Sessanta che innescò una vera mania per quel ballo. McCoy fece la stessa cosa con l'hustle, contribuendo a lanciare la febbre disco che imperversò durante gli anni Settanta.
Nel gennaio 1975, mentre stava dando gli ultimi ritocchi a una decina di canzoni che gli servivano per un nuovo album di musica pop, che il suo amico deejay David Todd, gli parlò di un nuovo ballo che si stava diffondendo tra i ragazzi latini dei South Bronx. Todd raccomandò a McCoy di andare la sera stessa alla discoteca Adam’s Apple, nell'East Side di New York, per rendersi conto di persona del fenomeno. McCoy, impegnato a finire gli arrangiamenti dell'album, ci mandò Charlie Kipps, suo partner nella produzione. Ciò che Kipps vide all'Adam's Apple erano ragazzi che ballavano eseguendo passi regolati da una coreografia precisa e predeterminata. Van, mentre ancora assisteva alla dimostrazione, già progettava una melodia ad boc, con tanto di arrangiamento. Fu così che un’undicesima canzone fu scritta per quell'album di imminente pubblicazione e non appena un dirigente della AVCO Records ascoltò Il brano scoppiettante che fondeva in modo irresistibile beat latino, rhythm & blues e il seducente invito "Do it, do the hustle?, decise di pubblicarlo istantaneamente come singolo. The Hustle arrivò subito al primo posto della classifica e contribuì in modo decisivo a trasformare la disco da passatempo del sabato sera in filosofia di vita degli anni Settanta.

lunedì 6 gennaio 2020

Zacar Orchestra – Disco-Take (1977)



Il nome potrebbe indurre a cercarne le origini in qualche paese dell’Est Europa, in realta’ si tratta di un Ensemble di musicicti di casa nostra. Progetto voluto, creato e prodotto da Ciro Dammicco, membro dei Daniel Santacruz con trascorsi nei Bisonti e nei Flora Fauna e Cemento (Tutti gruppi pop d’avanguardia degli anni 60). Il Brano piu’ famoso di questo album pubblicato su etichetta EMI, “Darkness” forse ve lo ricordere per essere stato sigla della trasmissione TV “La Domenica Sportiva Estate”.

domenica 5 gennaio 2020

KC & The Sunshine Band – Do It Good (1974)



Nel 1973 Harry Wayne Casey forma un gruppo con il bassista Richard Finch battezzato “KC” dal suo soprannome. Insieme alla “Sunshine Band” danno vita ad una musica nera e Dance, influenzata dai ritmi caraibici. Dopo diverse esibizioni in locali della Florida, pubblicano il primo singolo “Blow Your Whistle”, che ottiene un buon successo nella zona e diventa un club-hit in Europa. Nel 1974 l’album del debutto “Do It Good” viene pubblicato dall’etichetta TK in America, ma il gruppo ottiene successo soprattutto in Inghilterra.
E’ solo il primo di un’interminabile serie di successi che la faranno diventare una delle band disco piu’ famose al mondo.

sabato 4 gennaio 2020

Studio 54 Tribute Vol.14


Primo Mix dell'anno. Buon ascolto !!!
Tracklist:
1-Diana Ross-The Boss
2-Donna Summer-Try Me
3-Jackie Moore-This Time Baby
4-First Choice-Let No Man Put Asunder
5-Carol Douglas-Midnight Love Affair
6-Poussez-Come On And Do It
7-Daddy Dewdrop-Nanu Nanu
8-Gino Soccio-Dancer
9-Jimmy Bo Horne-Gimmie Some
10-Gibson Brothers-Cuba
11-G.Q.-Disco Nights
12-Deniece Williams-I've Got The Next Dance
13-Suzi Lane-Harmony
14-Lipps Inc.-Funky Town
15-Rafaella Cara-A Far L'Amor Comincia Tu
16-Goldie Alexander-I Wouldn't Give You Up
17-Double Exposure-Ten Percent
18-Bee Gees-You Should Be Dancing
19-Don Ray-Got To Have Loving
20-Gloria Gaynor-Reach Out
21-Penny McLean-Lady Bump
22-Cissy Houston-Think It Over
23-Luisa Fernandez-Lay Love On You
24-Stevie Wonder-Another Star
25-The Jackson-Shake Your Body (Down To The Ground)
26-Salvatore Adamo-Je Danse
27-Coffee-I Wanna Be With You
28-Lou Rawls-See You When I Get There
29-Sharon Redd-Love Insurance
30-Crown Heights Affair-Dancin'
31-Sister Sledge-Lost In Music
32-James Wells-True Love Is My Destiny
33-Cory Daye-Pow Wow
34-Roxy Music-Love Is The Drug
35-Cameo-It's Serious
36-Rose Royce-Car Wash
37-Harold Melvin & The Blue Notes-Bad Luck
38-Trammps-Body Contact Contract
39-Chic-Le Freak
40-Jesse Green-Flip
41-Bruce Johnston-Pipeline
42-John Davis-Love Magic
43-Dan Hartman & Loretta Holloway-Relight My Fire
44-Donna Summer-Hot Stuff
45-CJ. & Co-We Got Our Own Thing
46-Debbie Jacobs-High On Your Love
47-T Connection-Do What You Wanna Do
48-Narada Michael Walden-Tonight I'm Alright
49-Bionic Boogie-Risky Changes
50-Invisible Man's Band-All Night Thing
51-Van McCoy-Soul Cha Cha
52-Gibson Brothers-Come To America
53-The Trammps-That's Where The Happy People Go
54-Tavares-It Only Takes A Minute
55-Rinder & Lewis-Willie And The Hand Jive

venerdì 3 gennaio 2020

Isley Brothers – Winner Takes All (1979)



Hanno accompagnato e provocato la trasformazione del rhythm & blues in funk. Hanno guadagnato ben ventitré dischi d’oro e di platino, gran parte dei quali pubblicati negli anni compresi tra il 1973 e il 1983. Possono vantarsi d’avere lanciato nel 1964 un chitarrista allora sconosciuto di nome Jimi Hendrix, che con loro entrò per la prima volta nella sua vita in uno studio di registrazione. Hanno suonato con un altro giovane alle prime armi, un tale Elton John. In oltre quarant’anni di carriera, hanno contribuito a definire i canoni della moderna black music, guadagnando il rispetto e l’ammirazione di almeno cinque generazioni di colleghi. Tanto che, ancora oggi, i più grandi nomi del rhythm & blues – Janet Jackson, Mariah Carey, R Kelly, Mary J. Blige, solo per citarne alcuni – fanno la fila per collaborare con loro. Sono gli Isley Brothers: una leggenda. La storia dei fratelli Rudolph (1939), Ronald (1941) e O’Kelly (1937-1986) Isley inizia negli anni Cinquanta. Ancora teenager e cresciuti con una dieta musicale a base di gospel (il padre è cantante, la madre pianista), si esibiscono nei locali di Cincinnati. Trasferitisi a New York, arrivano al primo successo nel 1959 con “Shout” (“You know you make me want to shout”: dice nulla?) e diventano delle star tre anni dopo con “Twist And Shout”, un brano scatenato che sarà reso famoso dai Beatles. Cambiano varie etichette e a metà del decennio incidono per breve tempo per la Motown. Nel 1969 con “It’s Your Thing” vendono cinque milioni di copie e portano a casa un Grammy Award per la migliore performance vocale rhythm & blues. Alla fine dei Sessanta entrano a far parte del gruppo anche i fratelli Ernie e Marvin Isley, oltre al cugino Chris Jasper. Negli anni a seguire accumulano successi con una facilità che ha del soprannaturale: nel 1971 portano in classifica “Love The One You’re With” di Stephen Stills (del quartetto di all star Crosby Stills Nash & Young); nel 1973 vendono due milioni di copie di “That Lady”; nel 1975 hanno un numero uno in classifica con “Fight The Power”. Interpretano anche brani di Bob Dylan e Doobie Brothers, James Taylor e Carole King. Alla fine degli anni Settanta, gli Isley Brothers fiutano da che parte tira il vento e modellano il proprio sound, che si è progressivamente spostato dal rhythm & blues verso il funk, sulla disco music. Lo dimostra “It’s A Disco Night”, successo mondiale.

giovedì 2 gennaio 2020

Easy Going (1978)



Originariamente formati da Paolo “Paul” Micioni, Francesco Bonanno e Ottavio Siniscalchi, presero il nome dall'omonimo locale gay romano (di cui Paul Micioni era il DJ), che aprì nel 1978 a due passi da Piazza Barberini, nascosto nella salita di via della Purificazione al numero 9, al tempo frequentato dalla scena alternativa e dello spettacolo romano, ma anche da musicisti e attori internazionali che erano nella capitale per i loro film. Il primo album, Easy Going, uscì nel 1978 su etichetta Banana Records prodotto da Giancarlo Meo e da Claudio Simonetti che ne curo’ gli arrangiamenti. Conteneva solo quattro brani e come apripista fu scelta la canzone Baby I Love You, che entrò prepotentemente nelle classifiche di vari paesi di lingua inglese, scalò le classifiche di tutto il mondo e veniva abitualmente suonato da Dave Mancuso al "The Loft" di New York.

mercoledì 1 gennaio 2020

One Way ft Al Hudson (1979)



One Way: chi li ricorda? Il loro nome non compare, se non di sfuggita, nelle storie della disco. Eppure un posticino per loro, che azzeccarono hit come "You Can Do It" e "You Better Quit", ci dovrebbe essere. Ascoltare una loro raccolta (magari la completa “The Best Of One Way” (MCA, 1996) per credere. Nacquero ufficialmente nel 1979 sulle ceneri dei Soul Partners, la creatura musicale del vocalist di Detroit Al Hudson – tanto che in principio la formazione era nota come One Way Featuring Al Hudson. Con quel nome fu pubblicato un primo album che capitalizzò il vecchio successo di Hudson “You Can Do It” e si inserì nel filone disco, puntando dritto dritto al pubblico che frequentava le discoteche.