mercoledì 1 aprile 2020

Sylvester (1977)



Dimenticato dalla cronache, ma non da chi alla fine degli anni Settanta ballava le sue canzoni, Sylvester ha rappresentato l’icona ambigua – senza troppi giri di parole: gay dell’epoca della disco music. Non ci ha lasciato solo alcune buone canzoni, ma anche un modello di combattività. Oggi l’omosessualità è accettata nel mondo dello spettacolo, ma negli anni Settanta esibirla spudoratamente come faceva Sylvester non era un atteggiamento da tutti. Lui cantava in falsetto, si abbigliava in modo kitsch, si muoveva in modo vistoso. Era la personificazione del lato edonista della disco music. Sylvester James jr era nato a Los Angeles e aveva conosciuto le gioie della musica tramite la nonna, cantante jazz. Attivo fin dall’inizio degli anni Settanta come cantante della Hot Band incide il suo primo album solista nel 1977 dopo un lungo corteggiamento da parte del produttore e proprietario della Fantasy Records Harvey Fuqua che per primo si accorse del suo grandissimo talento. I buoni risultati dei brani “Over And Over” (scritta da Asshford & Simpson) e “Down , Down, Down” (dello stesso Sylvester) furono il trampolino di partenza per una luminosa carriera.

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